Lo stretto (necessario)

Italia

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Lo stretto (necessario) è una ricerca ed esposizione realizzata da MIC-HUB per La Biennale dello Stretto 2024, un evento multiculturale che invita a riflettere sul tema dello sviluppo urbano e delle connessioni nell'area dello Stretto di Messina.

Lo stretto (necessario) racconta di un paesaggio, di relazioni, di mancanze, di collegamenti interrotti e di flussi relazionali influenzati da infrastrutture distopiche. I flussi che attraversano le città esprimono relazioni tra identità e spazio, costruendo il luogo dove natura, storia e arte definiscono il paesaggio.


I dati più recenti per la costruzione dei piani locali di sviluppo futuro disegnano relazioni sociali caratterizzate da spostamenti di prossimità. Il turismo è prevalentemente locale; il lavoro avviene all’interno delle città metropolitane ma solo gli studenti sembrano avere il lusso di esprimere i propri spostamenti con una mobilità di vicinanza, costretti probabilmente da una mobilità frugale.


Questi due concetti apparentemente in antitesi, esprimono la cifra di una mobilità attiva di prossimità riscoperta solo da chi, per varie ragioni, non può permettersi di spostarsi in auto. Questa mobilità rappresenta una potenziale ricchezza per il paesaggio.

Location

Italia

Client

Biennale dello Stretto

PROJECT HIGHLIGHTS

  • Il percorso rende il visitatore cosciente delle mancanze in un’ottica di riscoperto attivismo di collegamento
  • La mobilità mediterranea caratterizzata dalla diversità, dagli sguardi, dalle esperienze e dalle storie, rafforza i collegamenti poetici delle radici locali innovando una mobilità che proietta il luogo nello spazio e nel tempo
  • La città diventa strumento di riconnessione, dando eco agli spostamenti di prossimità

Our contribution

I dati raccontano di una dissociazione tra le caratteristiche dimensionali dei flussi degli spostamenti locali e l’espressione fisica della mobilità.

Le mappe dell’incidentalità, in particolare di pedoni e utenti vulnerabili, manifestano un non luogo dove la visione identitaria e culturale - che dovrebbe vedere il pedone come attore urbano principale - viene slegata dal linguaggio delle città, espresso nella mancanza delle infrastrutture che ne garantiscono la sicurezza.


Dagli strumenti di pianificazione e dai dati analizzati durante la ricerca è emerso che:

• Gli spostamenti per motivi di lavoro avvengono principalmente in auto, mentre per motivi di studio si nota una diminuzione dell’auto a favore di trasporto pubblico e mobilità attiva;

• Lo stato fisico dei percorsi pedonali mostra carenze di accessibilità e sicurezza, legata anche alla sosta irregolare;

• Il 60% degli abitanti è insoddisfatto delle aree pedonali e ha una percezione negativa della sicurezza stradale;

• Il 46% degli incidenti della città metropolitana di Reggio Calabria avvengono nei centri abitati.


Le relazioni di cui storicamente sono intrisi i racconti dei territori dei luoghi dello Stretto si manifestano nelle mancanze e nei collegamenti interrotti, che costringono gli abitanti ad una realtà locale svuotata della bellezza del paesaggio.


Attraversare lo stretto è un’esperienza di paesaggio.

Di cosa ha allora realmente bisogno chi attraversa il paesaggio?

In un luogo in cui le infrastrutture sono pensate solo per le auto, è importante evidenziare come la qualità del viaggio per attraversare lo Stretto non dipenda unicamente dalla sua velocità quanto dalla qualità dell’esperienza, fatta di luoghi pubblici, mezzi di trasporto in grado di accogliere il viaggiatore, infrastrutture adeguate che migliorino la percezione del tempo e del viaggio stesso.

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